L’influenza stagionale bussa, puntualmente, alla porta degli italiani ed ogni anno si presenta con un carico ancora più pesante.
Il virus influenzale, infatti, tende a modificarsi diventando ancora più resistente nel corso del tempo. Farsi trovare preparati, quindi, è molto importante per evitare il rischio di complicanze e problemi.
Le categorie più a rischio sono quelle cosiddette deboli (donne in gravidanza, bambini ed anziani) alle prese con un sistema immunitario più fiacco e malattie croniche.
Secondo il Centro americano per il Controllo delle Malattie, le persone di età compresa tra i 5 ed i 24 anni presentano il più alto tasso di infezione.
Siamo sicuri, quindi, di possedere gli strumenti giusti per combattere l’influenza? Quali sono gli accorgimenti da adottare per affrontarla nel migliore dei modi?
Scopriamolo insieme.
SARS, H1N1 ED INFLUENZA STAGIONALE
La Sars (sindrome acuta respiratoria severa) e l’H1N1 (conosciuta come influenza aviaria e febbre suina), sono due forme di pandemie particolarmente conosciute e temute.
La prima fece la sua prima apparizione in Cina, nel 2002; la seconda, invece, destò particolare interesse per la sua rapida diffusione.
Per queste due patologie non sono ancora state trovate cure definitive (visto che gli antibiotici non attecchiscono, trattandosi di malattie virali). Accanto a queste, ci sono poi le classiche influenze stagionali.
Ciò che accomuna quasi tutte le forme influenzali è il canale di trasmissione. L’influenza aviaria, così come quella stagionale, infetta l’organismo attraverso le mucose: naso, occhi, bocca e si accompagna a sintomi, quali tosse e raffreddore.
Per questo motivo anche gli approcci e le tecniche di prevenzione valgono per tutti i tipi.
COME PREVENIRE L’INFLUENZA
Lavare spesso le mani è una delle abitudini più importanti da seguire per evitare di essere contagiati.
La vita di tutti i giorni ci costringe ad entrare in contatto con superfici sporche, persone ed ambienti poco ventilati e malsani.
Per questo, detergere le mani, porre un fazzoletto davanti alla bocca, durante uno starnuto o un colpo di tosse, è molto importante.
Secondo l’Agenzia di Sanità Pubblica del Canada (PHAC), l’80 % delle infezioni comuni, tra cui il virus dell’influenza H1N1, può essere diffuso attraverso il contatto con le mani infette. Ecco perché il PHAC e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) caldeggiano una corretta igiene ritenendola la misura di prevenzione per eccellenza.
Dal momento che non sempre ci è possibile ricorrere all’acqua e sapone per detergere le mani, gli esperti del PHAC raccomandano l’utilizzo di salviettine o gel igienizzanti da portare sempre con sè ed utilizzare alla bisogna.
Questi disinfettanti contengono tra il 60 e l’ 80 % di alcol e garantiscono la massima igiene.
E’ importante verificare che i prodotti non presentino additivi o sostanze che possano provocare eritemi ed allergie.
Mantenere la distanza cosiddetta sociale (quella che ci consente di restare ad un metro di distanza dalla persona con cui interagiamo) è cosa buona e giusta.
In questo modo, non solo eviteremo di mettere in imbarazzo il nostro intelocutore ma ridurremo anche il rischio di contrarre o diffondere il virus influenzale.
Utilizzare una mascherina ed un paio di guanti, quando ci troviamo in mezzo alla folla, in metro, sull’autobus, ci scherma dal contagio e riduce le probabilità di infezione.
Chiese, università, palestre, ristoranti, cinema: sono gli ambienti ideali per la proliferazione del virus influenzale.
Dal momento che non possiamo isolarci dal resto del mondo e rimanere in una campana di vetro, dobbiamo conoscere alcune misure fondamentali.
Quando siamo nel clou dell’influenza stagionale, ad esempio, è bene non immergere le mani nell’acquasantiera (una pila, presente nelle chiese, contenente acqua benedetta).
Stesso discorso vale per il noto rito dello scambio della pace che richiede corpose strette di mano tra i fedeli. Durante l’acme di diffusione dell’influenza aviaria, ad esempio, l’arcidiocesi di Vancouver prescrisse il cenno di capo, in luogo della stretta di mano, e bandì temporaneamente il rito della Comunione al calice.
Partecipare ai match sportivi o giocare in squadra (si pensi al calcio, al basket, al baseball) ci espone al rischio di contrarre l’influenza.
Il direttore sanitario del comitato olimpico canadese, Bob McCormack, nel periodo di massima diffusione del virus H1N1, consigliò agli atleti di evitare lo scambio di bacio sulla guancia per salutare gli avversari stranieri ai Giochi Olimpici Invernali del 2010 ed incentivò il classico saluto con la pacca sulla spalla, molto più igienico e meno compromettente.
I giovani universitari, così come i bimbi delle scuole materne, sono maggiormente esposti all’influenza. I motivi sono facilmente intuibili: l’affollamento dei luoghi che essi frequentano, un pizzico di imprudenza giovanile (nel caso degli universitari) e di ingenuità (nel caso dei bimbi).
Tra i consigli, quindi, ci sono quello di stare lontano da situazioni sociali affollate e di evitare, per quanto possibile, di abbracciare e baciare le persone.
CHE COSA FARE SE SI VIENE COLPITI DALL’INFLUENZA?
Finora abbiamo trattato le misure di prevenzione del virus influenzale. Che cosa accade, invece, se siamo già caduti nella morsa dell’influenza?
Innanzitutto, occorre prestare molta attenzione all’alimentazione da seguire.
I bambini malati, ad esempio, vanno tenuti al calduccio e rifocillati con cibi semplici e sani. E’ importante che i piccoli facciano incetta di spremute d’arancia, succhi di frutta, camomilla e frutta fresca di stagione opportunamente lavata.
I medici, talvolta, suggeriscono anche il consumo di ghiaccioli che spesso alleviano i bruciori di gola, tipici dell’influenza.
Tra i cibi suggeriti, spiccano anche il classico brodo di pollo ed il petto di tacchino.
Misure più stringenti riguardano gli anziani, soprattutto gli over 65, in cui il virus influenzale spesso si aggiunge ad altre malattie, come il diabete o la cardiopatia.
Questa categoria, quindi, deve sottoporsi al vaccino contro l’influenza stagionale, evitare luoghi pubblici e stress che possano abbassare le difese immunitarie e rimanere a casa sorseggiando bevande, tisane e brodo.
INFLUENZA E GRAVIDANZE
Un’altra categoria particolarmente a rischio, durante il periodo dell’influenza, è quella delle donne in gravidanza.
Le domande ed i dubbi che preoccupano le gestanti sono molteplici. Cerchiamo, quindi, di affrontarle insieme.
Le donne incinte hanno più probabilità di contrarre il virus H1N1?
No. Secondo il dottor Andrée Gruslin, professore associato di medicina, presso l’Università di Ottawa, “le donne in dolce attesa non hanno maggiori possibilità di ammalarsi. Il problema si presenta se esse contraggono il virus H1N1 nel secondo o terzo trimestre di gravidanza o entro quattro settimane dal parto. In questo caso saranno a maggiormente esposte al rischio di complicanze, come la polmonite”.
Perché le donne in gravidanza sono alto rischio “complicazioni” ?
La risposta non è semplice. Secondo Gruslin “uno dei motivi è legato al sistema immunitario che, durante la gestazione, non è così forte come dovrebbe”.
Qual è il vaccino più sicuro per le donne incinte contro il virus H1N1?
Il dottor Gruslin dice che il vaccino contro l’ H1N1 non è molto diverso da quelli formulati per la protezione contro l’ influenza stagionale.
Secondo lo specialista, “non c’è ragione di credere che il vaccino per le donne in gravidanza debba essere diverso dagli altri”.
Esistono rischi legati al vaccino?
Qualche rischio c’è sempre ma non è abbastanza serio da destare allarmismi.
Il vaccino può contenere il thermarisol, un conservante che presenta il mercurio e ciò ha suscitato grande preoccupazione tra le donne incinte. Il dottor Gruslin tira il freno: “non c’è mai stato uno studio che abbia dimostrato che il thimerosal può costituire un rischio in gravidanza”.
Secondo Caleb Ng, medico naturopata, il vaccino contro il virus influenzale esporrebbe le donne incinte al rischio di problemi neurologici, come la sindrome di Guillain-Barré (GBS), una malattia in cui il sistema immunitario del corpo attacca quello nervoso.
L’asserzione si basa sui risultati di un programma di vaccinazione condotto nel New Jersey nel 1976. Dallo studio emerse che 535 persone hanno ricevuto la diagnosi di GBS dopo essersi sottoposta al vaccino antinfluenzale.
Come proteggersi?
La prevenzione, si sa, è la cura migliore contro ogni malanno. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce alle donne incinte di condurre una vita sana ed equilibrata, adottando solo qualche piccolo accorgimento (lavarsi spesso le mani, disinfettarle con un gel igienizzante, evitare situazioni pubbliche affollate).
Autore | Marirosa Barbieri
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