Con l’arrivo dell’estate, gli scaffali di supermercati e profumerie si riempiono di creme solari. In realtà, secondo alcuni dermatologi, tali prodotti possono contenere ingredienti molto pericolosi e che possono causare anche tumore della pelle.
Non sono soltanto i dermatologi a sconsigliare l’uso di creme solari chimiche, ma anche Arthur W. Perry, chirurgo plastico e professore di Chirurgia alla Columbia University, in New York.
Perry spiega che la protezione solare nacque circa 100 anni fa con l’obiettivo di bloccare i dannosi raggi solari ultravioletti (UV). Inizialmente era in forma di pasta a base di ossido di zinco, poi gli scienziati crearono una crema solare con sostanze chimiche differenti, ma comunque capaci di assorbire i raggi ultravioletti. Questo tipo di radiazioni causa il cancro e l’invecchiamento precoce della pelle; per questo motivo è importante proteggerci con la crema solare. Non dobbiamo però tenere lontana completamente la luce. Venti minuti al giorno di esposizione solare sono sufficienti per stimolare la produzione di vitamina D e per migliorare il nostro umore. Una volta superata la soglia dei venti, però, il nostro sistema immunitario ne risente. Abbiamo bisogno di trascorrere il resto della giornata all’interno e anche di proteggere la nostra pelle con una crema solare.
La FDA approvò 17 filtri solari chimici che possono essere contenuti in una crema per la protezione solare, 15 dei quali sono sostanze chimiche capaci di assorbire i raggi UV, mentre i restanti due sono fatti di minerali che riflettono tali raggi. Dei primi 15, nove sono detti “interferenti endocrini”, in quanto possono interferire con le normali funzioni di ormoni, come estrogeni, progesterone, testosterone e ormoni tiroidei. Per essere efficaci, i filtri solari chimici devono essere applicati sulla pelle 20 minuti prima dell’esposizione al sole. Bloccano i raggi UV ma, in realtà, dopo un poco di tempo non funzionano più; infatti alcune protezioni solari perdono almeno il 90% della loro efficacia in solo un’ora. È per questo motivo che bisogna applicare spesso la crema protettiva. Ciò non accade con filtri solari minerali, o naturali, a base di ossido di zinco e biossido di titanio. Questi due tipi di prodotto funzionano in modo differente: una volta applicati sulla pelle, bloccano in modo naturale i raggi UV.
Le creme solari a base di sostanze chimiche non restano sulla superficie della pelle, bensì vengono assorbite e rapidamente entrano nel flusso sanguigno. Arrivano in tutto il corpo e, siccome non vengono elaborate dal fegato, possono esserne rilevate tracce in sangue, urine e latte materno fino a due giorni dopo una sola applicazione. Sarebbe meglio se tutte le creme protettive fossero sicure in modo uniforme, ma non è così.
Gli interferenti endocrini, come alcuni ingredienti contenuti nelle creme solari chimiche, possono causare anormalità nello sviluppo del feto e nella crescita del bambino. Sono causa di pubertà precoce e sviluppo prematuro del seno nelle ragazzine e testicoli ritenuti e di piccole dimensioni nei maschietti, nonché di sterilità e bassa conta degli spermatozoi (oligospermia). Gli interferenti endocrini funzionano come gli estrogeni, pertanto possono contribuire allo sviluppo di tumore mammario e ovarico nelle donne e possono aumentare il rischio di cancro alla prostata negli uomini.
Sembra piuttosto inquietante, vero? Ma c’è di più. La funzione dei filtri solari chimici è quella di assorbire i raggi UV. Durante il processo, alcuni si abituano al filtro solare e mutano, altri invece generano sostanze chimiche che danneggiano il DNA, chiamate “radicali liberi”. Tutto ciò può portare al cancro.
Sono abbastanza pessimista circa l’utilizzo di creme solari chimiche e, anche se non è stato provato che provocano cancro, dove c’è fumo, c’è fuoco.
Si tratta di un avvelenamento che si sviluppa nel corso dei decenni e, quindi, difficile da studiare. Sostanze chimiche come l’arsenico e il botulismo ci fanno stare male molto velocemente, quindi è stato facile capire che si trattasse di tossine. Il piombo è una tossina che richiede più tempo per causare malessere; per questo motivo, solo tanti anni più tardi i governi decisero di ascoltare gli scienziati e limitarne l’uso. I filtri solari chimici sono ancora più difficili da studiare, in quanto i loro effetti negativi sono molto sottili e richiedono più tempo per rivelarsi.
Mentre leggi – dice Arthur W. Perry – potresti pensare, “perché quest’uomo, un chirurgo plastico, parla di un argomento di cui non avevo mai sentito parlare?”. Non sarebbe la prima volta – risponde il chirurgo – ma i miei pazienti sanno che ho parlato più volte di creme solari e della tossicità di alcuni cosmetici per circa 15 anni. Sono solo un interprete della scienza e gli esperti sono d’accordo con me.
R. Thomas Zoeller, professore di Biologia all’Università del Massachusetts, scrisse Endocrine Society’s scientific statement, circa gli interferenti endocrini. Secondo lui, le protezioni solari sono applicate sulla pelle in una formulazione che serve come sistema di somministrazione di farmaci e che molte creme solari sono conosciute proprio per il fatto che interferiscono con l’azione degli ormoni. Il modo in cui tali sostanze chimiche possono interferire con i sistemi ormonali potrebbero plausibilmente aumentare il rischio di vari tipi di cancro e di disturbi endocrini.
L’ossido di zinco e il biossido di titanio sono ottimi per bloccare sia i raggi UVA (responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle) sia i raggi UVB (responsabili di scottature e eritemi solari). Lo zinco è meno sbiancante per la pelle e blocca quasi tutti i dannosi raggi UV. I filtri solari minerali più innovativi contengono impercettibili nanoparticelle, sono definiti “micronizzati” e proteggono benissimo dalle radiazioni UV.
In definitiva, mai dimenticare di leggere l’etichetta e, come spiega Arthur W. Perry, è necessario utilizzare una crema solare protettiva con ossido di zinco micronizzato SF 15 per ogni giorno dell’anno e SF 30, quando si va in spiaggia o, in generale, all’aria aperta. Bisogna applicare la crema su tutto il corpo e ripetere l’operazione ogni due ore circa.
Autore | Anna Abategiovanni
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Ci credo! basta pensare alle nostre nonne, ai nostri bisnonni e trisavoli, che lavoravano la terra per ore espondendosi costantemente al sole…nessuno di loro e’ morto di certo per melanoma!
Il sole e la vit.D, stimolata dai raggi Uv, alzano le difese immunitarie, quindi godiamoci il sole senza “filtri”, abituando gradualmente la pelle ai suoi raggi.