“Exercise may slow progression of retinal degeneration” (l’esercizio può rallentare la degenerazione della retina).
Così, il Journal of Neuroscience titola un articolo scientifico che presenta i risultati di una ricerca condotta dalla Emory University.
I ricercatori hanno scoperto che l’attività fisica rallenta la maculopatia (una malattia che colpisce la retina). E’ la prima volta che la vista ed il movimento vengono messi in relazione.
Lo studio, finanziato dal National Eye Institute (Department of Veterans Administration Affairs) e dalla Fondazione Katz, è stato condotto su cavie di laboratorio.
I risultati suggeriscono che “un moderato esercizio aerobico può essere in grado di rallentare la progressione di malattie degenerative della retina“.
La degenerazione maculare senile, una delle principali cause di cecità negli anziani, è causata dalla morte delle cellule nervose sensibili alla luce nella retina, chiamate fotorecettori. Sebbene diversi studi sugli animali e sull’uomo indichino gli effetti protettivi dell’esercizio fisico nelle malattie neurodegenerative, non si sa molto su come l’esercizio influenzi la vista.
Il dottor Machelle Pardue insieme ai colleghi, Eric Lawson e Jeffrey H. Boatright, presso l’Atlanta VA Center for Visual and Neurocognitive Rehabilitation della Emory University, ha analizzato dei topi su un tapis roulant per due settimane, prima e dopo averli esposti alla luce intensa che causa la degenerazione retinica. I ricercatori hanno scoperto che l’esercizio fisico sui tapis roulant ha preservato i fotorecettori e la funzione delle cellule della retina nei topi.
“Questo è il primo rapportoc he ci dice come il semplice esercizio abbia un effetto diretto sulla salute della retina e sulla vista“, ha detto Pardue, “questa ricerca potrebbe un giorno portare a regimi di esercizio personalizzati o a terapie combinate nei trattamenti delle malattie che portano alla cecità“.
In questo studio, gli scienziati hanno addestrato i topi a correre su un tapis roulant per un’ora al giorno, per cinque giorni a settimana e per due settimane. Dopo che gli animali sono stati esposti alla toxic bright light, un modello di degenerazione della retina comunemente usato, sono stati sottoposti ad esercizio per altre due settimane. Gli animali allenati hanno perso solo la metà del numero di cellule fotorecettrici rispetto agli animali che hanno trascorso la stessa quantità di tempo su un tapis roulant fermo.
Inoltre, le cellule della retina di topi allenati erano più sensibili alla luce e avevano livelli elevati di una proteina che promuove la crescita e la salute, chiamata fattore neurotrofico derivato del cervello (BDNF) che, studi precedenti, hanno collegato agli effetti benefici dell’esercizio fisico. Quando gli scienziati hanno bloccato i recettori per il BDNF nei topi allenati, hanno scoperto che la loro funzione retinica era tanto piccola quanto quella nei topi inattivi, eliminando però gli effetti protettivi dell’esercizio aerobico.
“Questi risultati confermano la nostra attuale comprensione sugli effetti neuroprotettivi di esercizio aerobico e sul ruolo della BDNF“, ha spiegato Michelle Ploughman che studia gli effetti dell’esercizio fisico sul cervello sano e malato presso la Memorial University di Newfoundland, “le persone che sono a rischio di degenerazione maculare o registrano i primi segni della malattia quindi possono vedere rallentata, la progressione della disabilità visiva“.
Autore | Marirosa Barbieri
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