Cinque, sei, sette ed otto anni. E’ l’età “fertile” in cui l’obesità può fare capolino nella vita dei bambini e trascinarsi, in alcuni casi, anche in età adulta.
Un nuovo importante studio, condotto su 7.000 bambini, ha rivelato che circa un terzo degli infanti che erano in sovrappeso all’asilo, è diventato obeso dall’ottavo anno di età; mentre quasi ogni bambino che era oltremodo obeso, ha conservato questa condizione.
Sempre secondo la ricerca, alcuni piccoli obesi o in sovrappeso che frequentavano l’asilo hanno perso, poi, i chili in eccesso mentre altri (normopeso) sono ingrassati nel corso degli anni.
Ogni anno, le probabilità che un bambino possa entrare o uscire dal sovrappeso e dall’obesità diminuiscono, stando allo studio. Dagli 11 anni, inoltre, possono intervenire ulteriori cambiamenti: secondo i risultati, coloro che erano obesi o in sovrappeso sono rimasti tali mentre gli infanti il cui peso si attestava entro la norma, non sono diventati grassi.
“Il messaggio principale, quindi, è che l’obesità si insinua molto presto nella vita delle persone e permane fondamentalmente durante l’adolescenza e fino all’età adulta“, ha detto Ruth Loos, professore di Medicina Preventiva (non coinvolto nello studio) presso la Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York.
Questi risultati, che hanno destato sorpresa in molti esperti, derivano da uno studio che ha monitorato il peso corporeo dei bambini per anni, dall’asilo fino all’ottavo anno.
Gli esperti dicono che, grazie alla ricerca, sarà possibile rivedere gli approcci alla lotta contro l’ obesità nazionale, suggerendo che gli sforzi per combatterla devono iniziare molto prima e concentrarsi maggiormente sui bambini esposti a maggiori rischi.
DAL SOVRAPPESO INFANTILE ALL’OBESITA
Entriamo, ora, nel dettaglio dello studio che sarà pubblicato sul The New England Journal of Medicine.
Un terzo dei bambini che sono in sovrappeso nella scuola materna diventano obesi in terza media.
Il motivo alla base di questa constatazione, non è spiegato. I ricercatori dicono che ciò può essere dettato da una combinazione di fattori: predisposizione genetica ed una serie di condizionamenti ambientali che incoraggiano, chi è già predisposto, all’eccessivo consumo di cibo.
I risultati, inoltre, forniscono una possibile spiegazione del perché gli sforzi per aiutare i bambini a perdere peso spesso si sono rivelati deludenti.
Gli studi possono essere rivolti in generale a tutti gli scolari, piuttosto che partire prima dai bambini iscritti all’asilo e concentrarsi, poi, su quelli che erano già grassi in età molto giovane.
Precedenti ricerche hanno stabilito quanti bambini erano grassi in ogni fascia d’età, ma non se il loro peso è cambiato nel corso della crescita.
Dunque se da un lato questa analisi ha documentato il grado di obesità infantile, dall’altro ha offerto un quadro incompleto sulla sua evoluzione, hanno detto i ricercatori.
“Quello che colpisce di più è la relativa diminuzione dell’incidenza di obesità dopo l’ esplosione iniziale che si verifica dai 5 anni“, ha detto il dottor Jeffrey P. Koplan, vice presidente della Emory Global Health Institute di Atlanta, “è quasi come se, se riesci a farcela a rimanere senza un peso enorme nell’età dell’infanzia, le tue probabilità saranno immensamente migliori“.
Il dottor Koplan, ex direttore dei Centers for Disease Control and Prevention, non ha preso parte allo studio anche se il suo autore principale, Solveig A. Cunningham è un assistente della School of Public Health presso la Emory.
NUMERI E PERCENTUALI
Lo studio ha coinvolto 7.738 bambini presi da un campione rappresentativo a livello nazionale. I ricercatori hanno misurato l’altezza dei bambini ed il loro peso, sette volte, dalla scuola materna alla terza media.
Quando i bambini erano iscritti all’asilo, il 12,4 % erano obesi (presentavano cioè un indice di massa corporea pari o superiore al 95 ° percentile) ed il 14,9 % era in sovrappeso, con un BMI pari o superiore al 85 ° percentile.
In terza media, il 20,8 % erano obesi ed il 17 % in sovrappeso. La metà dei bambini dell’asilo obesi hanno mantenuto l’obesità in terza media e quasi i tre quarti dei bambini dell’asilo molto obesi erano obesi in terza media. Il rischio che i bimbi grassi dell’asilo, fossero obesi in terza media era 4-5 volte maggiore rispetto a quello dei compagni di classe più magri.
Razza, etnia e reddito familiare hanno avuto un peso nei bambini più piccoli ma dal momento che i bambini in sovrappeso avevano 5 anni, questi fattori non sono stati più determinanti nel rischio di diventare grassi negli anni successivi.
Lo studio non ha analizzato i bambini nell’età precedente alla scuola materna ma i ricercatori hanno comunque annotato il loro peso alla nascita. I piccoli in sovrappeso o obesi spesso erano bambini nati pesanti (almeno 4 chili) un dato che anche altri studi hanno analizzato.
“I risultati dello studio“, hanno detto il dottor Koplan ed altri, “aiuteranno e contribuiranno ad intervenire in modo mirato“.
SOLUZIONI CONTRO L’OBESITA’ INFANTILE
La maggior parte degli sforzi tesi a ridurre l’obesità infantile si concentra sui bambini in età scolare e prevede l’applicazione delle soluzioni indistintamente a tutti i bambini, grassi e magri. Tra queste, vi sono: il miglioramento dei pasti nelle scuole, l’insegnamento della corretta alimentazione, l’importanza dell’attività fisica e l’abbandono o diminuzione del consumo di soda e bevande gassate erogate dalle macchinette.
“Ciò ci suggerisce che forse uno dei motivi per i quali non ha funzionato così bene è che una volta che i bambini raggiungono i 5 anni il cavallo è già fuori dalla stalla“, ha detto Leann L. Birch, professore del dipartimento di alimenti e nutrizione presso l’Università della Georgia, non coinvolto nello studio.
Gli studi più rigorosi (tesi ad individuare soluzioni) sui bambini in età scolare, condotti nel 1990, assegnavano migliaia di bambini a caso o a programmi intensivi che li hanno incoraggiati ad esercitarsi e migliorare le loro diete o a continuare con il loro stile alimentare.
Uno studio ha coinvolto 1.704 piccoli della terza elementare in 41 scuole elementari nel sud-ovest, dove la maggior parte degli studenti erano nativi americani (un gruppo ad alto rischio per l’obesità). Un secondo studio ha incluso 5106 bambini presi da 96 scuole in California, Louisiana, Minnesota e Texas.
Nessuno tra questi studi ha rilevato alcun effetto sul peso dei bambini.
Alcuni ricercatori hanno detto che il nuovo studio che ha seguito i bambini dall’età della scuola di infanzia nel corso degli anni ha evidenziato un altro fattore di rischio: la forte influenza della genetica sull’obesità, una sfida da superare.
Le influenze genetiche tendono a presentarsi presto nella vita di una persona, ha detto il dottor Stephen O’Rahilly, ricercatore sull’obesità e professore di biochimica clinica presso l’Università di Cambridge.
“Sappiamo da 50 anni che il B.M.I. è altamente ereditabile“, ha detto, “E se si tende ad essere grasso, lo si è sin dalla tenera età“.
L’indice di massa corporea non è così ereditario come l’altezza, ha precisato il dottor Loos, “ma i geni non segnano necessariamente il nostro destino. L’esercizio fisico ed una dieta sana spesso possono ridurre ma non completamente elidere, gli effetti genetici“.
Steven L. Gortmaker, professore di sociologia della salute presso la Harvard School of Public Health, si è soffermato su quelli che a suo dire sono aspetti positivi dei risultati, “i bambini piccoli“, ha detto, “possono attraversare la linea tra l’essere grasso o normopeso, prendendo o perdendo solo qualche chilo. Gli adulti, invece, può essere di 9,7 Kg a 13 kg, o anche dai 40 ai 50 chili“.
“Può essere necessario anche molto tempo per cambiare le cose“, ha detto il dottor Gortmaker che ha scritto un editoriale che accompagna il nuovo studio, “una serie di studi randomizzati che coinvolgono i bambini hanno dimostrato che è possibile fermare o invertire l’eccesso di peso attraverso alcuni sistemi. Un esempio, è stato offerto da alcuni bambini grassi di età tra i 4 ed i 7 anni che hanno ridotto il tempo trascorso davanti alla tv o al computer mentre un altro gruppo ha mantenuto la stessa abitudine. I bambini sottoposti all’ intervento – in particolare quelli provenienti da famiglie povere – consumavano meno calorie ed il loro indice di massa corporea è sceso.
IL PROBLEMA ECONOMICO
Ma programmi efficaci per i bambini richiedono tempo e fatica e le spese non sono rimborsate dalle assicurazioni sanitarie, ha detto Denise Wilfley, ricercatore presso la Washington University di St. Louis.
“Siamo in grado di trattare efficacemente questi bambini“, ha sentenziato il dottor Wilfley “ma oltre a permettere ai bimbi di entrare in studi di ricerca, sono i genitori che devono pagare di tasca propria (dai 1.500 ai 3.000 dollari) per un intervento che di solito dura un anno“.
I consigli offerti da un medico di famiglia risultano, di solito inefficaci, ha detto Wilfley, “troppo spesso i genitori si lamentano del fatto che le loro apprensioni circa il peso dei figli, non vengono considerate adeguatamente. Ho conosciuto una mamma, in lacrime, per la sua bambina che ha 11 anni e pesa 96 chili. La piccola è stata grassa fin da quando era piccina ma il medico le ha detto che era troppo grande per superarla“.
Autore | Marirosa Barbieri
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