Quando l’American Medical Association ha classificato obesità come una malattia, il Dott. Nikhil Dhurandhar, ricercatore e vice presidente della Obesity Society, ha dichiarato di aver accolto con favore la notizia come un riconoscimento delle sfide che devono affrontare le persone che combattono contro il peso, ma si è domandato anche se la definizione sia sufficiente. Così come un numero crescente di esperti, anche Dhurandhar crede che l’accumulo di grasso in eccesso possa avere molteplici cause che vanno oltre uno stile di vita da patatine fritte e serate sul divano. Dhurandhar paragona l’obesità ad altre malattie croniche. Proprio come il termine “cancro” definisce le numerose condizioni che si verificano quando le cellule anomale si dividono senza controllo, l’obesità non può essere una singola malattia ma, piuttosto, un gruppo di malattie legate dal sintomo del grasso corporeo in eccesso, ha detto.
“Può sembrare la stessa dal di fuori, ma ciò che fa scattare la patologia varia da persona a persona e può richiedere un trattamento diverso per il controllo e la cura” ha dichiarato il medico. “Lungo la strada, abbiamo bisogno di capire perché le persone diventano grasse e poi adattare il trattamento per affrontare le cause di fondo“. Gli studi di Dhurandhar al Pennington Biomedical Research a Baton Rouge, si concentrano sui virus che causano l’obesità. Ha scoperto il virus nei polli nel 1980 e da allora ha associato la presenza di alcuni anticorpi virali nel sangue degli esseri umani a un aumento di peso corporeo. In uno dei suoi studi di riferimento su 500 persone, il 30% dei pazienti obesi sono risultati positivi per il virus, rispetto ad un 11% degli individui magri.
Dhurandhar si affretta a precisare che non crede che l’obesità sia contagiosa in natura, ma che la scoperta di un “fattore grasso” dovrebbe essere un campanello d’allarme per i ricercatori, i medici e tutti coloro che lottano con il peso: a volte ci sono altre spiegazioni ai chili in eccesso che non vanno curate semplicemente tagliando le calorie e seguendo sessioni di tapis roulant in palestra. “A che serve una dieta da fame fare se l’obesità è causata da un virus?” ha chiesto il medico. Al di là dei virus, gli scienziati hanno identificato almeno 84 altri fattori potenziali di obesità, ha confermato il Dott. Dhurandhar: si va dalla genetica al comportamento biologico, psicologico e ambientale. Attualmente, ci sono circa una dozzina di fattori “colpevoli obesogenici” sotto serio studio nei laboratori di tutto il mondo, ha aggiunto. Ad esempio, numerosi studi ormai associano la mancanza di sonno con un girovita problematico; altri studi hanno rivelato che l’esposizione a certi insetticidi e plastiche disturbano i batteri intestinali che possono stimolare l’appetito, rendere la digestione lenta e accelerare il deposito di grasso. Alcuni studi propongono addirittura un legame tra le abitudini di vita dei bisnonni e il peso dei loro pronipoti. “Non tutte le cause finiranno per essere curabili o prevenibili, quindi dovremo concentrare i nostri sforzi su quelle che possiamo controllare“, ha detto Dhurandhar.
Il Dott. Christopher Ochner, direttore dello sviluppo della ricerca e amministrazione presso il Mount Sinai School of Medicine di New York ha dichiarato di essere d’accordo con l’idea di Dhurandhar e che ci potrebbero essere molteplici motivi dell’obesità, ma complica le cose classificare l’obesità come malattia multipla. “Alla fine della giornata, abbiamo ancora la legge del bilancio energetico con cui fare i conti” ha detto. “Se si ingeriscono più calorie di quelle che si consumano, si aumenta di peso, punto“. Il Dott. Dhurandhar ammette che mangiare in modo sano e fare esercizio fisico gioca un ruolo significativo nella lotta contro l’obesità, ma ha anche aggiunto che il ruolo non è ben compreso del tutto, dal pubblico. “Ci siamo concentrati sempre sul cosiddetto ‘Magico Duo’ composto da dieta ed esercizio fisico per più di 50 anni e non ha aiutato“, ha commentato. “Dovremo andare oltre il mangiare di meno e muoversi di più se vogliamo fare progressi“. Ochner si è detto d’accordo sul fatto che, coloro che cercano di perdere peso e tenerlo sotto controllo a lungo termine con l’esercizio e riducendo le calorie, hanno meno dell’1% di successo e ha riconosciuto che le ragioni dell’aumento di peso variano notevolmente per ogni individuo e la formula precisa per il bilancio energetico attraverso la dieta ed esercizio fisico è quasi impossibile da determinare. “Non vi è letteralmente alcuna differenza tra una persona emaciata che rischia di morire di fame e una persona obesa che segue una dieta dimagrante, in termini di reazioni fisiologiche” ha detto il medico “E questo sta diventando un problema difficile da risolvere“.
Autore | Daniela Bortolotti
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