L’autismo è una patologia neurologica invalidante che affligge numerose persone.
Questa malattia è in grado di provocare disturbi comportamentali e di intaccare, soprattutto, le capacità sociali dell’individuo che ne è affetto.
Numerosi studi, condotti nel corso di anni, hanno portato alla luce i potenziali effetti benefici dell’ormone ossitocina sulla cura dell’autismo.
Non vi è ancora una certezza scientifica in grado di supportare questa tesi, tuttavia è stato riscontrato qualche miglioramento comportamentale nei soggetti autistici cui è stato somministrato, per via nasale, l’ormone.
In base ad uno studio condotto dalle Università Bicocca, Statale e Politecnico di Milano, dall’Istituto di Neuroscienza del CNR di Milano, due ormoni, l’ossitocina e la vasopressina potrebbero migliorare il comportamento dei pazienti autistici.
L’ossitocina è un ormone in grado di influenzare il comportamento sociale delle persone ed agisce sull’ippocampo, l’area del cervello principalmente deputata alla memoria.
Secondo una ricerca condotta da Adam Guastella, questo neuropeptide (l’ossitocina) migliora, infatti, l’approccio sociale degli autistici.
E’ stato possibile dimostrare questo effetto, attraverso la somministrazione dell’ ossitocina ad un campione di persone sane. I volontari, infatti, hanno assunto l’ormone per via nasale, sotto forma di spray, registrando un miglioramento nelle loro capacità cognitive ed emozionali.
Proprio per questo, in molti ritengono che l’ormone della socialità possa incidere positivamente su pazienti che soffrono proprio di disturbi e gap sociali, come gli autistici.
I risultati della ricerca sono raccolti nell’articolo Intranasal Oxytocin Improves Emotion Recognition for Youth with Autism Spectrum Disorders.
In un altro interessante articolo “The dark side of oxytocin. Association for Psychological Science”, a firma Guastella ed Andrew Kemp, si dice però che l’ossitocina potrebbe promuovere sia le emozioni sociali positive che negative, con la conseguenza, quindi, che anche le emozioni spiacevoli vengano enfatizzate.
Resta scettico il genetista molecolare Simon Gregory che, diversi anni fa, in una conferenza sull’autismo, ebbe modo di parlare con medici ed esperti circa il ruolo dell’ ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, che alcuni medici stavano usando per trattare i sintomi di distacco sociale nei bambini affetti da una grave forma di autismo.
Gregory osservò che circa un quinto dei medici partecipanti al congresso trattava i pazienti con lo spray all’ossitocina, registrando scarsi risultati.
“E’ abbastanza evidente non c’è alcun standard di cura per l’autismo”, ha detto Gregory, “alcune persone la utilizzano una volta al giorno, altre due volte ma al momento non c’è certezza di successo del trattamento”.
Esistono, quindi, ancora dubbi sull’attendibilità scientifica dell’ormone. Bisognerà, quindi, attendere ancora molto prima di arrivare ad una certezza terapeutica.
Autore | Marirosa Barbieri
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