Uno studio promosso dai ricercatori dell’Istituto francese della salute e della ricerca medica (Inserm) ha messo in luce buone possibilità di riuscire a contrastare gli effetti della marijuana in un prossimo futuro.
La ricerca è stata pubblicata sulla famosa rivista scientifica Science ed ha subito destato tanta curiosità sull’argomento.
Secondo gli scienziati all’interno del nostro cervello ci sarebbe un ormone rilasciato proprio come difesa contro gli effetti dannosi della cannabis. Ed è proprio sollecitando questo ormone che probabilmente si potrà intervenire più facilmente in futuro sulla dipendenza da marijuana.
Pregnenolone. Ecco il nome attorno al quale abbiamo girato fino ad ora.
Esso è da considerarsi un precursore inattivo di tutti gli ormoni steroidei e le sue potenzialità sono ancora inesplorate. Magari presto si scoprirà come poterlo sfruttare per risolvere altri problemi e magagne della nostra società.
Quando il maggiore principio attivo presente nella Cannabis sativa (marijuana), ∆9-tetraidrocannabinolo (THC), arriva al cervello, il corpo risponde incrementando la sintesi del pregnenolone attivando il recettore cannabinoide di tipo-1 (CB1).
Una volta prodotto il pregnenolone agisce da inibitore specifico del CB1 e riduce molti degli effetti negativi del THC.
Prospettive
Le prospettive di tale scoperta sono immense.
Innanzitutto si potrà lavorare presto a nuovi meccanismi e medicinali per trattare la dipendenza dalla marijuana, inoltre si potrà anche discernere meglio tra le sostanze buone (chiamiamole così) e quelle tossiche della droga leggera.
Approfondimento:
http://www.sciencemag.org/content/343/6166/94
http://www.inserm.fr/thematiques/neurosciences-sciences-cognitives-neurologie-psychiatrie/dossiers-d-information/addictions
Autore | Viola Dante
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