La scoperta proviene d’oltremanica: un gruppo di ricercatori londinesi dello Zoltan Takats dell’Imperial College di Londra si sono pronunciati positivamente su un coltello chirurgico che, durante l’intervento di asportazione del tumore, assicura di aver rimosso totalmente il tessuto canceroso.
Il funzionamento di questo coltello è molto semplice: dopo che lo strumento ha inciso la parte affetta dal tumore, sprigiona un fumo dall’odore intenso. Il coltello, a questo punto, è in grado di analizzare il colore del fumo e segnalare se il tessuto trattato presenta ancora cellule cancerose o sane.
Mentre oggi i chirurghi devono inviare il tessuto asportato in laboratorio ed attendere i risultati che confermino o meno la presenza di altre cellule tumorali, grazie a questa scoperta il responso avviene istantaneamente.
Il fumo che fuoriesce dal coltello trasmette lo stato del tessuto su un monitor: se il fumo assume il colore verde, ciò significa che il tessuto è sano, se il colore è rosso, significa che ci sono delle cellule cancerose, mentre il colore giallo rappresenta un tessuto non identificabile.
Molti chirurghi già festeggiano questa importante novità. “Il nuovo coltello è davvero uno strumento favoloso, oltre che efficace”, ha detto Emma Re, chirurgo presso il Cancer Research UK, “il fumo ci segnalerà la presenza, o meno, di cellule cancerose”.
Al momento il coltello costa 380.486 dollari ma i ricercatori sono certi che il prezzo si ridurrà se il prodotto verrà commercializzato.
Il nuovo coltello è stato già testato in tre ospedali tra il 2010 e il 2012 quando, campioni di tessuto sono stati prelevati da 302 pazienti affetti da tumore al cervello, al seno, al colon, al fegato, al polmone e allo stomaco. In alcuni di questi soggetti, il nuovo strumento (che ricordiamo è ancora in fase di sperimentazione) è stato in grado di individuare la presenza di cellule cancerose.
Secondo alcuni esperti questa nuova trovata tecnologica potrebbe contribuire ad eliminare i dubbi che affliggono numerosi chirurghi dopo gli interventi, come sostiene Len Lichtenfeld, vice direttore medico della American Cancer Society, “e di conseguenza migliorerebbe l’approccio chirurgico e la qualità stessa dell’intervento”.
Eppure, secondo Lichtenfeld sono stati necessari ancora ulteriori studi che dimostrino che il nuovo strumento è in grado di fare la differenza. “L’entusiasmo iniziale per le nuove tecnologie è normale”, ha detto l’esperto, “ma bisogna mantenere comunque la razionalità per evitare di creare false illusioni ed aspettative”.
Secondo Lichtenfeld, inoltre, non è chiaro se l’uso del coltello aiuterà i pazienti a vivere più a lungo e neppure se l’utensile è in grado di ridurre il tempo dell’intervento, la perdita di sangue e le possibili infezioni.
Per ora, quindi, ci tocca aspettare.
Autore | Marirosa Barbieri
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