Un nuovo studio ha riacceso un dibattito sull’utilizzo di un farmaco anti calvizie per prevenire il cancro alla prostata. Il farmaco, il finasteride, è un generico ampiamente utilizzato dagli uomini per ridurre l’ingrossamento della prostata, ed è stato anche utilizzato per il trattamento della calvizie maschile. Nel 2003, uno studio svolto su 18.000 uomini ha dimostrato che il farmaco ha anche abbassato il rischio di cancro alla prostata del 30%.
Ma la Food and Drug Administration non ha approvato il finasteride come cura anti cancro a causa di una scoperta inquietante: anche se il farmaco ha ridotto chiaramente il rischio complessivo di cancro alla prostata, alcuni uomini che l’hanno utilizzato hanno sviluppato tumori a crescita rapida rispetto agli uomini che hanno preso un placebo. Mercoledì scorso, uno studio di follow-up sulla rivista “The New England Journal of Medicine” ha riaperto il dibattito circa i potenziali benefici del farmaco. I test hanno dimostrato che da 14 a 17 anni dopo che i pazienti erano stati sottoposti allo studio, la sopravvivenza era la stessa tra gli uomini che avevano usato il finasteride e coloro che avevano preso un placebo. Tale constatazione, sulla base di una revisione dei registri dei decessi della previdenza sociale, ha suggerito che il farmaco non è stato la causa dei tumori aggressivi, anzi: era invece più probabile che, riducendo le dimensioni della prostata di un uomo, il farmaco rendesse più facile individuare gli eventuali tumori.
I risultati dovrebbero rassicurare gli uomini sul fatto che il farmaco può essere tranquillamente usato per il trattamento di ingrossamento della prostata. Tuttavia, il nuovo studio solleva anche interrogativi sul fatto che bisognerebbe considerarne l’uso anche per prevenire il cancro.
Gli autori dello studio hanno stimato che l’uso diffuso potrebbe risparmiare circa 70.000 uomini ogni anno dal trauma emotivo e fisico di diagnosi di cancro alla prostata e del relativo trattamento medico: utilizzare il farmaco non prolungherà la vita o li proteggerà da un cancro aggressivo, ma sarà in grado di ridurre il loro rischio di tumore. Di conseguenza, ciò significherebbe un minor numero di uomini con la necessità di ricevere cure mediche.
Il Dr. Ian Thompson, direttore del Dipartimento di terapia del cancro e ricercatore presso l’Università del Texas Health Science Center a San Antonio, nonché autore principale dello studio, ha dichiarato che, poiché un gran numero di uomini con tumori di basso grado sono stati trattati inutilmente, spesso con trattamenti che li hanno resi impotenti o incontinenti, questo sarebbe un beneficio per la prevenzione di basso grado. “Non riduce il rischio di tumori che costano la vita dei pazienti, ma i tumori di basso grado comportano enormi quantità di test di follow-up e cure“, ha precisato il Dottor Thompson.
Il Dr. Peter Scardino, responsabile del programma di cancro alla prostata al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, ha aggiunto che non si aspettava di dover indurre i medici a prescrivere il farmaco per prevenire il cancro. Tuttavia, alcuni uomini ad alto rischio di tumore alla prostata, come quelli con trascorsi di tipo familiare che si sottopongono a screening regolari, dovrebbero prendere il farmaco. Si potrebbe anche aprire la strada per una ulteriore ricerca sulla prevenzione del cancro alla prostata e relativi trattamenti, per gli uomini con carcinoma della prostata in stadio precoce. “E’ probabilmente che si debba studiare più a fondo il problema” ha commentato Scardino. “Abbiamo un meccanismo biologico che può prevenire alcuni tumori di basso grado, il che lascia la porta aperta ad ulteriori studi. Non credo che abbiamo siamo ancora arrivati alla fine di questa storia“.
Autore | Daniela Bortolotti
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