Cercare di motivare gli amici in sovrappeso a dimagrire attraverso le prese in giro può aumentare il loro rischio di diventare o rimanere obesi, lo ha stabilito una nuova ricerca in cui si sostiene che, mentre si possono avere buone intenzioni quando si sottolineano i chili in più di un amico o parente, non si sa che per alcune migliaia di individui in sovrappeso, questo non è propedeutico e, anzi, gli si ritorce contro.
“Oltre ai costi emotivi ed economici ben noti, i nostri risultati suggeriscono che la discriminazione in base al peso aumenta il rischio di obesità“, hanno dichiarato i ricercatori, guidati dalla Dottoressa Angelina R. Sutin, una scienziata e psicologa presso la Florida State University College of Medicine a Tallahassee. “Questo potrebbe portare ad un circolo vizioso in cui le persone che sono in sovrappeso e più vulnerabili alle discriminazioni, ricevono input che vanno a contribuire alla conseguente obesità e alle difficoltà di gestione del peso“. I ricercatori chiamano questa discriminazione “weightism“. Per il loro studio, hanno arruolato 6.000 partecipanti e hanno preso le loro misure e peso nel 2006 e nel 2010, inoltre li hanno intervistati sulla questione, cioè hanno domandato se fossero stati vittime di insulti a causa del loro peso.
I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che avevano subito prese in giro avevano 2,5 volte in più probabilità di diventare obesi entro il 2010. Tale constatazione è stata ottenuta quando i ricercatori hanno escluso altri fattori di rischio associati all’obesità, come l’età, l’etnia, il livello di istruzione di base e l’indice di massa corporea (BMI) all’inizio dello studio. Quelli che erano obesi nel 2006 e che hanno confermato la discriminazione, avevano oltre il triplo di probabilità in più di essere obesi alla fine dello studio, rispetto coloro i quali non erano stati vittime del “weightism”.
L’obesità è stata associata ad un maggiore rischio di depressione, secondo il Centers for Disease Control and Prevention, ma il nuovo studio suggerisce che i problemi di salute mentale non sono l’unico rischio associato all’essere preso in giro a causa del peso. “Ci sono prove che gli stereotipi sul peso, le prese in giro e le esperienze stigmatizzanti sono associate a frequenti abbuffate“, hanno spiegato i ricercatori. “L’eccesso di cibo è una strategia di regolamentazione dell’emozione molto comune, e coloro che sentono lo stress cercano di calmarsi mangiando di più“.
Essere in sovrappeso e obesi può aumentare il rischio per le malattie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiache e alcuni tipi di tumori. I ricercatori hanno suggerito vari approcci più creativi per combattere la diffusione della discriminazione in base al peso. Il loro studio è stato pubblicato lo scorso 24 luglio sulla rivista “PLoS One”. Un esperto non coinvolto nello studio ha sottolineato che in parte questa discriminazione viene dai medici stessi, che cercano di convincere in questo modo i loro pazienti a perdere peso; infatti, uno studio di ricercatori della Johns Hopkins pubblicato nel mese di aprile ha rilevato che i medici avevano poche probabilità di “legame” con i loro pazienti obesi, rendendo potenzialmente meno probabile la loro costanza nel seguire le raccomandazioni o le eventuali prescrizioni di trattamento medico.
“Ho lavorato per molti anni per aiutare i miei colleghi a fornire una costruttiva consulenza sulla gestione del peso“, ha dichiarato il Dr. David Katz, direttore della Yale University Prevention Research Center. “I pregiudizi o il “weightism” inflitti dai medici o dalla nostra società in generale è letteralmente aggiungere il danno alla beffa“.
Autore | Daniela Bortolotti
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