I parabeni sono un ingrediente largamente utilizzato nei prodotti cosmetici – e l’oggetto di tanta denigrazione ultimamente. Continuate a leggere l’articolo per scoprire cosa siano veramente e se dobbiate cominciare a cercare dei prodotti senza parabeni.
Di questi tempi avrete probabilmente notato che sono spuntati tanti prodotti con il cartellino “senza parabeni” nelle farmacie e nei negozi di cosmetici. Ma quanti di noi sanno veramente cosa siano questi parabeni? I parabeni sono i conservanti più comuni nell’industria cosmetica; essi impediscono a funghi, batteri e altri microbi di crescere nelle vostre creme e trucchi preferiti, soprattutto nell’ambiente umido, caldo di una stanza da bagno.
Li trovate sotto diversi nomi – metilparaben, etilparaben, propilparaben, butilparaben e Isobutylparaben – nell’elenco di ingredienti di migliaia di prodotti per la cura personale: negli shampoo, nei mascara, nei fondotinta, nelle lozioni per il corpo. Però negli ultimi anni è iniziato un dibattito tra gli scienziati, le autorità di regolamentazione di sicurezza dei prodotti e i produttori di cosmetici sulla possibilità che queste sostanze chimiche onnipresenti, utilizzate da oltre 70 anni, possano veramente nuocere alla nostra salute.
Purtroppo ci sono delle domande ancora senza risposta: c’è una connessione tra la crescente incidenza di cancro al seno e il fatto che delle molecole di parabene (che ha la peculiarità di poter mimare l’estrogeno) siano state trovate nei tumori del cancro al seno? C’è una connessione tra il calo del numero degli spermatozoi e l’aumento dei tassi di carcinoma mammario maschile e di cancro testicolare e il fatto che questi composti chimici possano essere assorbiti dalla nostra pelle, con potenziale sconvolgimento dei sistemi endocrini?
Ancora non si sa. Però alcuni ricercatori pensano che ci potrebbe essere un motivo di preoccupazione. Uno dei ricercatori più attivi in questo riguardo è Philippa Darbre, docente di oncologia e ricercatore in scienze biomolecolari all’Università di Reading, in Inghilterra. La sua specializzazione è l’impatto dell’estrogeno sul cancro mammario. La sua squadra ha pubblicato nel 2004 uno studio chiave in cui mostravano di aver trovato dei parabeni in 18 delle 20 biopsie di tumori mammari. Il suo studio non dimostrava che siano stati i parabeni a provocare il cancro, ma solo la facilità con cui potevano essere rilevati tra le cellule cancerose. Lo studio fu criticato per non aver comparato il livello dei parabeni nei tessuti normali, però il risultato ha suscitato comunque delle domande, richiedendo ulteriori investigazioni.
“Sapiamo da oltre 25 anni che l’esposizione agli estrogeni è collegata allo sviluppo e alla progressione del cancro mammario; è proprio il motivo per il quale il tamoxifene viene utilizzato per interrompere i recettori degli estrogeni” ha dichiarato Dabre. “Perciò non è troppo azzardato se ci preoccupiamo che l’esposizione ripetuta, cumulativa e a lungo termine ai composti chimici che imitano l’estrogeno potrebbe avere un impatto sul nostro organismo”.
Darbre è specialmente preoccupata sulle lozioni e sui deodoranti applicati sotto le ascelle o vicino al seno; lei non utilizza il deodorante da 10 anni, scegliendo invece di utilizzare sollo acqua e sapone. Dalle ricerche ha notato che l’incirca il 50% dei tumori al seno si sviluppano nella porzione superiore esterna del seno, l’area più vicina alle ascelle. L’Istituto Nazionale Americano del Cancro ha parzialmente respinto l’affermazione, sostenendo che al presente non c’è nessuna evidenza decisiva per sostenere la conclusione che i parabeni presenti in questi prodotti siano collegati al cancro mammario.
Un recente studio danese però ha sollevato altre preoccupazioni. Esso ha dimostrato che tracce di parabeni potevano essere rilevate nel sangue e nell’urina dei volontari sani maschi poche ore dopo aver applicato sulla pelle delle lozioni contenenti parabeni. Gli autori conclusero che “visto che le sostanze chimiche possono essere assorbite, metabolizzate ed eliminate” esse “potrebbero avere dei potenziali effetti avversi sulla salute”.
Però la Health Canada, la FDA degli USA e la Cosmetic Ingredient Review (CIR- un gruppo di esperti americani sponsorizzati dall’industria, che valutano la sicurezza degli ingredienti cosmetici) hanno tutti ritenuto il fatto che i parabeni fossero perfettamente sicuri ai livelli di esposizione presente. La CIR ha esaminato i parabeni nel 1984 e di nuovo nel 2005 ed entrambe le volte ha concluso che i bassi livelli di parabeni presenti nei prodotti non rappresentano una minaccia per la salute. Nel 2005 Il Comitato Scientifico della Comissione Europea sui Prodotti di Consumo ha confermato che l’uso di metil- ed etil-parabene è sicuro ai livelli stabiliti. Sugli altri parabeni ancora si devono raccogliere dei dati.
Però i ricercatori e le organizzazioni come U.S. Environmental Working Group dicono che la ricerca non deve guardare solo l’esposizione dei prodotti individuali, invece deve trovare un modo per valutare l’impatto cumulativo dei tanti prodotti nel corso di parecchi anni. Il rapporto di EWG afferma che un consumatore adulto medio utilizza nove prodotti per la cura personale al giorno.
Per tanti consumatori però il semplice dibattito, anche se inconcludente, è sufficiente per spingerli a ridurre l’esposizione. Essi cercano i prodotti etichettati paraben-free, tante volte organici e molto costosi, pensando che sia meglio prevenire che curare.
Dall’altra parte, i produttori e i commercianti canadesi (tramite la voce di Darren Praznik, il presidente di Canadian Cosmetic, Toiletry and Fragrance Association, L’associazione canadese dei profumi e dei prodotti cosmetici) affermano di essere molto sensibili alle preoccupazioni dei consumatori, però secondo loro non c’è niente da preoccuparsi poiché tutti gli ingredienti usati nei prodotti cosmetici sono ben regolamentati da Health Canada. E lo stesso discorso vale anche per L’Unione Europea.
Altri produttori hanno preso al volo l’idea dei prodotti senza parabeni, vista anche la crescente richiesta del mercato, diventata un vero e proprio trend, e hanno cominciato a produrre delle linee di cosmetici “paraben free”. Da non scordarsi però che la funzione dei parabeni è quella di conservare il prodotto. In mancanza di essi, ma anche di una valida alternativa, i consumatori potrebbero essere lesi proprio dai microorganismi che potenzialmente si moltiplicheranno più facilmente.
C’è una valida alternativa ai parabeni?
Alain Ménard dalla Hawkesbury, Ontario, riconosce che in questo momento formulare dei prodotti senza la capacità di conservazione dei parabeni è una sfida. Lui e sua moglie, Karen Clark, biochimico, lavorano insieme alla produzione di cosmetici senza parabeni. La Clark formula i prodotti e Ménard conduce i test per la sicurezza microbiologica prima di essere rilasciati sul mercato. Ci dicono che le creme e le lozioni sono le più toste. Tante volte i test devono essere ripetuti per via dei batteri che appaiono nei prodotti. I conservanti naturali utilizzati in questo momento sono estratti di origano, di timo, di rosmarino, di radice di idraste, di semi di pompelmo, oppure l’olio di lavanda in diverse combinazioni, però si stanno cercando sempre delle nuove formule migliori di conservanti naturali.
Ménard rammenta che decine di anni fa i parabeni hanno rimpiazzato la formaldeide come conservante largamente utilizzato, perché sono più efficienti e meno costosi. Per rimpiazzarli ci vuole qualcosa di meglio e non di certo un’altra sostanza chimica.
Quindi, finché i consumatori non decidono di conservare i prodotti cosmetici nel frigo, la maggior parte delle imprese produttrici continueranno ad utilizzare i parabeni nei loro prodotti mentre svolgono delle ricerche per trovare dei conservanti senza caratteristiche estrogeniche. Nel frattempo, gli esperti come Darbre tentano di raccogliere delle prove per chiarire il dibattito.
Autore | Simina Stanciu
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Buongiorno , concordo parzialmente con l’articolo da lei pubblicato , vorrei che avesse sottolineato maggiormente quanto citato in modo superficiale : ormai da tempo ormai noto che sulle etichette si sottolinea a grandi lettere COSA NON C’è , invece degli ingredienti contenuti …… di conseguenza Le persone sembrano tranquillizzate dal sapere COSA NON C’è nei prodotti ma non sono attente a COSA C’è DENTRO per sostituire quello che manca ….. la cosa mi diverte e mi spaventa …. mi fa capire quanto può incidere il marketing e la pubblicità sull’opinione pubblica e quanto poco conta la sostanza .
Un cosmetico privo di conservanti efficaci andrebbe a scadenza come una bottiglia di latte …. quindi, se un barattolo di crema idratante sta per settimane o mesi sulla mensola del bagno , chi compra preoccupandosi del SENZA e non del COSA E COME si dovrebbe preoccupare di cosa succede li dentro in questo lasso di tempo e cosa davvero si spalma in faccia ogni volta che lo usa .
Buonasera Paola e benvenuta,
» il suo ragionamento è impeccabile.
Siamo tremendamente in balia del sensazionalismo e troppe decisioni che riguardano la nostra salute vengono prese “con la pancia”. Quello dei parabeni è solo un caso, ma ne potremmo fare tanti altri: dall’alimentazione agli investimenti finanziari.
Buongiorno; posto che l’articolo è del 2013 e non è a sua firma, le chiedo, oggi, una sua opinione sui parabeni contenuti nelle creme per il viso e altri prodotti di cosmesi. Magari in privato le chiederò un parere su due creme nello specifico, salvo che non possa farlo qui in pubblico. La ringrazio.
Buonasera Giuseppe e benvenuto,
» può farmi qui la domanda. Lo preferirei.
Attualmente i cosmetici che utilizzano parabeni sono in calo a causa del forte feedback negativo dato dall’opinione pubblica. Un pò come la storia dell’olio di palma: non li compra più quasi nessuno.
LINK → 1.
Articolo interessante ed esauriente.
Buonasera Roberta e benvenuta,
» la ringrazio, anche se questo pezzo non è stato scritto da me. Si tratta infatti di un vecchio articolo del 2013.
Mi faccia pure altre domande, nel caso in cui le venissero in mente delle particolari curiosità sui parabeni =)