Le migliaia di miliardi di batteri nocivi che popolano l’intestino umano, rappresentano una continua minaccia per la nostra salute. Una corretta funzione immunitaria intestinale crea una barriera protettiva tra noi e il vasto ecosistema microbico nel nostro intestino. Ora, i ricercatori della University of North Carolina (School of Medicine) hanno identificato le strutture che servono come base per lo sviluppo del sistema immunitario intestinale umano.
Le strutture immunitarie specializzate degli intestini, come il tessuto linfoide o GALT (dall’acronimo dell’inglese Gut-Associated Lymphoid Tissue), sono componenti critici della funzione immunitaria intestinale. Quando i virus come l’HIV o malattie autoimmuni come le malattie infiammatorie croniche intestinali danneggiano il GALT, la funzione immunitaria intestinale è compromessa. I milioni di persone che soffrono di tali malattie potrebbero trarre beneficio dalle terapie che riparano il GALT. Lo sviluppo di queste strategie ne richiede una comprensione fondamentale sull’essere umano.
Nelle cavie, gli aggregati di cellule specializzate chiamati “cryptopatches” sono il luogo di sviluppo del GALT. La presenza di aggregati di cellule simili negli intestini umani è invece controversa: i ricercatori hanno usato cavie umanizzate per dimostrare che i cryptopatches possono servire come base per la formazione del GALT umano. Per fare questa scoperta, i ricercatori di bioingegneria del sistema immunitario umano hanno suddiviso in due ceppi le cavie, che differivano solo per la loro capacità di sviluppare i cryptopatches. Le strutture GALT umane si sono sviluppate solo quando i cryptopatches erano presenti. Nelle cavie in cui il GALT umano si è sviluppato, ulteriori studi hanno rivelato che ne è risultata facilitata lafunzione immunitaria intestinale, compresa la produzione di anticorpi che si trovano specificamente nell’intestino umano. “Il nostro modello definisce un aspetto innovativo di sviluppo di GALT umano e dimostra il processo di una graduale risposta intestinale del sistema immunitario,” ha dichiarato il Dottor Paul Denton, docente di ricerca presso la University of North Carolina e autore dello studio. “Abbiamo trovato la prova che i cryptopatches probabilmente funzionano allo stesso modo nelle persone e nei soggetti cavia (topi, ndA)“.
“Questo rappresenta un significativo progresso che faciliterà lo studio di numerose patologie che interessano il tratto gastrointestinale,” ha aggiunto il Dottor J. Victor Garcia, professore di medicina e autore senior dello studio. “Il passo successivo” ha aggiunto “è quello di utilizzare questo modello per testare terapie rigenerative che riparino i GALT danneggiati negli esseri umani“.
La ricerca è stata sostenuta dal National Institutes of Health e l’articolo è stato pubblicato sulla rivista del mese di giugno “Cell Reports”.
Per maggiori informazioni, visitate il sito della University of North Carolina: www.unc.edu
24 giugno 2013
Autore | Daniela Bortolotti
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