© Tutti i diritti riservati e della Proprietà di salute-e-benessere.org

Prima pagina ♥ » Salute » La Solitudine Continua Ad Uccidere: Perché?

La Solitudine Continua Ad Uccidere: Perché?

Sembra un paradosso ma, nell’era del digitale e del “tutto a portata di un click”, la solitudine continua ad uccidere. E lo fa nella più totale indifferenza dei mass media.
Eppure sono tantissime le persone che ci lasciano ogni giorno per colpa della solitudine.

Sì, proprio lei: la  solitudine può essere davvero spietata come un killer .

Non abbiate timore, né vergogna.
Quando ci si sente soli, il primo passo è sicuramente quello di chiedere un aiuto esterno.

In un paese come l’Italia, con quasi 60 milioni di persone, una su tre degli over 65 è “a volte o sempre” sola, e la cifra è ancora più alta nei soggetti oltre gli 80 anni di età; la metà di loro si sente regolarmente sola. Ed è così che la solitudine finisce anche per influenzare la salute: penso ad esempio a coloro impossibilitati fisicamente a riempire il carrello di alimenti sani o coloro che hanno perso la motivazione di cucinare solo per sé stessi (la mancanza di stimoli aumenta la probabilità di depressione e demenza).

P U B B L I C I T A'

I ricercatori tendono a dividere la solitudine in quattro elementi chiave:

  • sensazione di mancanza di compagnia;
  • sensazione di abbandono;
  • sensazione di essere isolati dagli altri;
  • sensazione di non essere in sintonia con la gente.

Sentirsi isolato non significa soltanto che non si incontrano altre persone regolarmente. Alcune persone, per esempio nelle case di cura, possono sentirsi molto isolate se non percepiscono di avere stretti rapporti con le persone intorno a loro. Questo può essere un problema ancora peggiore nel caso in cui si abbiano problemi di vista o di udito.

Ci sono lavori, poi, che indirizzano verso la solitudine. Ad esempio anche  fare la badante può far sentire soli . Quindi non aver timore di chiedere aiuto: sarai maggiormente in grado di prenderti cura del tuo paziente se ti senti bene con te stesso.

Solitudine e vivere da soli

Naturalmente vivere da soli di certo non aiuta con la solitudine. Uno studio dello scorso inverno su pazienti oltre i 75 anni di età ricoverati in ospedale ha rivelato che otto di loro su nove venivano dalle proprie case, la metà viveva da sola e quasi la metà ha pure dichiarato di sentirsi socialmente isolata. Ancora più spaventosamente un soggetto su tre, che viveva da solo, aveva incontrato giusto un’altra persona, o nessuna, nel mese precedente.

Stare chiusi all’interno del proprio mondo è un modo di vivere molto solitario – e la tragedia è che spesso non è necessario. La perdita dell’udito ne è un classico esempio. Si stima che circa sei milioni di persone nel Regno Unito (quindi un paese che spesso prendiamo a modello) potrebbero beneficiare di un apparecchio acustico, ma solo un terzo li utilizza. Le persone con perdita di udito hanno quasi quattro volte più probabilità di soffrire di problemi psicologici come la depressione rispetto alle persone della stessa età con udito normale.

Eppure oggi gli apparecchi acustici sono più facili che mai da reperire tramite il servizio sanitario nazionale. Sono piccoli e discreti rispetto agli aggeggi ingombranti di qualche anno fa. Molte cliniche ospedaliere offrono servizi di montaggio immediato e diversi negozi specializzati offrono anche test dell’udito.

Come aiutare se stessi – e gli altri – nel caso in cui ci si senta soli e depressi

Ci sono un sacco di cose che si possono fare per aiutare se stessi o gli altri. Il “trasporto flessibile” è spesso la chiave del successo. Magari avete un paio di ore libere alla settimana per portare qualche anziano a fare un giro o per accompagnarlo ad un evento sociale? Potrebbe essere molto importante per loro … e per voi!

Una buona idea potrebbe altresì essere quella di aiutare proprio l’anziano che abita vicino casa nostra: ogni tanto, prima di andare per negozi o a svolgere altre faccende, perchè non bussate alla sua porta per accettarvi che stia bene, per scambiare con lui due battute e magari aiutarlo nei piccoli lavoretti che la quotidianità ci chiede.

E poi ci sono loro: i bambini/giovani!
Mettere in contatto due generazioni così lontane non può far che bene ad entrambe. Gli anziani ne trarrebbero linfa vitale; i più giovani potrebbero accedere ad esperienza e saggezza maturate come il buon vino.
Per non parlare del grande gesto educativo verso i vostri figli. Chi meglio di voi potrebbe insegnare loro l’importanza di essere una comunità? L’importanza del dare una mano a chi ne ha più bisogno? Il calore sprigionato dalla sinergia del cooperare?

Autore | Viola Dante

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.