Quando il telefono cominciò a squillare, ebbi la sensazione che avrei ricevuto cattive notizie. Mi stava chiamando il dermatologo per comunicarmi i risultati della mia biopsia cutanea. “Odio dire questo…”, il medico fece una pausa, “i risultati della biopsia mostrano che hai un carcinoma basocellulare. O, in altri termini, un cancro alla pelle”.
Un cancro alla pelle? Come è possibile? Ho solo 39 anni! Non sono mai stata un amante del sole, non ho mai fatto una lampada abbronzante, non ho mai giocato né lavorato all’aria aperta. Con tutte le persone che ci sono al mondo, perché proprio a me?
Feci una ricerca e rimasi sorpresa di scoprire che avevo effettivamente molti fattori di rischio, come la pelle chiara, occhi verdi o azzurri, capelli biondi o rossi, eccessiva esposizione ai raggi X o ad altre forme di radiazioni o precedenti problemi di cancro alla pelle tra i parenti. Ho la carnagione chiara, i capelli biondi, gli occhi verdi e una storia familiare con casi di cancro alla pelle. Ero più a rischio di quanto avessi pensato inizialmente.
Il carcinoma basocellulare è un tipo di cancro alla pelle no-melanoma. È la forma di cancro più comune negli Stati Uniti, dove ogni anno viene diagnosticato circa un milione di nuovi casi. La maggior parte di questi tumori si verificano nelle zone regolarmente esposte alla luce del sole o a altre radiazioni ultraviolette.
Notai per la prima volta il segno rosso sul naso quando avevo 37 anni. Pensai che fosse solo una vecchia cicatrice dovuta all’acne. Ogni giorno lo coprivo con correttore e mi chiedevo perché non andasse via. C’erano giorni in cui sanguinava, quando mi lavavo la faccia, ma pensavo che fosse solo una macchia secca. Sembrava che stesse per guarire, perché si stava ricoprendo con un nuovo strato di pelle squamosa, ma in realtà non è mai guarito completamente. Diventò per me una forma accettata di fastidio.
La mia voce interiore continuava a tormentarmi, perché mi controllassi. Chiamai anche un dermatologo per fissare un appuntamento, ma era disponibile solo a distanza di tre mesi. Non avevo voglia di aspettare così a lungo, quindi riagganciai senza stabilire nulla.
Un anno dopo mio padre e mia sorella stavano parlando dei loro recenti interventi chirurgici per il cancro alla pelle. Era il quinto per mio padre e il terzo per mia sorella. Raccontai loro ciò che stava accadendo al mio naso e mi dissero di farlo controllare immediatamente.
Chiamai il dermatologo e, sorprendentemente, qualcuno aveva cancellato il suo appuntamento, quindi potevo essere visitata il giorno successivo. Il medico mi disse che quel segno rosso sul naso sembrava sospetto, quindi mi fece una biopsia, proprio lì nel suo studio. Aggiunse anche che il cancro può apparire come un colpo sulla pelle o una protuberanza, che può essere perlata o cerea, bianca o rosa chiaro, color carne o marrone. La pelle può essere leggermente in rilievo o piatta. Se il segno sulla pelle sanguina facilmente, non guarirà mai, ma può anche trasudare o incrostarsi. Può somigliare a una cicatrice; inoltre, dentro o intorno alla macchia potrebbero esserci dei vasi sanguigni irregolari. Il consiglio del medico era di farsi controllare subito.
Per rimuovere il cancro alla pelle, fui mandata da uno specialista per un intervento chirurgico di Mohs. Si tratta di una chirurgia particolarmente adatta per la zona intorno agli occhi, naso, orecchie e bocca, perché rimuove una minima quantità di pelle e permette al chirurgo di rimuovere aree di tumore invisibile ad occhio nudo.
Tale procedura non richiede una anestesia generale. Il chirurgo intorpidisce la zona con un ago (questa fu la parte più dolorosa dell’intervento); rimuove quindi una piccola parte di pelle e esamina il tessuto al microscopio. Se nota un perimetro di sicurezza di cellule non cancerose intorno al campione, allora va tutto bene. Altrimenti, sarai portato nel retro della stanza, sarà intorpidita la zona per rimuovere più pelle. Pensavo di aver bisogno di sottopormi a tale procedura solo una volta, perché il mio segno era molto piccolo, ma purtroppo dovetti ripetere il procedimento tre volte.
Quando l’intervento terminò, fui inviata dal chirurgo plastico, che mi consigliò di lasciar guarire il mio naso da solo, senza alcun intervento di chirurgia plastica, altrimenti avrebbe dovuto tagliare la pelle da un’altra zona del mio viso per ricoprire la pelle mancante sul naso. Non ero troppo contenta dell’idea di portare due bende sul viso, così accettai il suo consiglio.
Per due settimane dovetti portare una benda sul naso. Durante il processo di guarigione, la pelle rimane frastagliata, dopodiché resterà una cicatrice. Mi chiedo sempre se la cicatrice sarebbe stata più piccola, se avessi fissato il primo appuntamento già dai primi sospetti.
In tutto questo processo ho imparato alcune importanti lezioni. La prima è quella di non ignorare mai problemi medici, sperando che andranno via da soli. La seconda è che nessuno è al sicuro dal cancro alla pelle.
Autore | Anna Abategiovanni
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