La paura e la preoccupazione sono due principali tipi di ansia: entrambe le esperienze sono il risultato di sistemi di allarme nel nostro cervello, perché la nostra mente ci avverte di qualcosa. Per esempio, una persona di fronte a una minaccia immediata potrebbe sentire un impeto di paura; inoltre, una persona può preoccuparsi per qualcosa in futuro. L’ansia fa parte della vita.
Quando gli psichiatri usano il termine “disturbo“, stanno dicendo che una persona ha difficoltà cronica o una vera e propria menomazione che potrebbero trarre beneficio dal trattamento.
Circa il 20% della popolazione adulta soffre di un disturbo d’ansia. Ne abbiamo parlato con il Dr. Eric Lenze, psichiatra geriatrico presso la Washington University, specializzato in disturbi d’ansia e depressione. Attualmente lo scienziato sta reclutando adulti di 60 anni e oltre per un nuovo studio sul trattamento della depressione.
I principali tipi di disturbi da ansia, dice Lenze, sono i seguenti:
• disturbo d’ansia generalizzato (preoccuparsi troppo)
• disturbo di panico (intensa sensazione di paura conseguente ad attacchi di panico)
• fobie (paure eccessive di certe cose o situazioni)
Gli adulti più anziani con diagnosi di depressione clinica (stato d’animo triste o disinteresse alle cose per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno) spesso soffrono di ansia. La maggior parte dei disturbi da ansia ha il suo picco in giovane età, ma l’eccezione è che tendiamo a provare più preoccupazione con l’età e, di conseguenza, circa il 7% degli adulti più anziani prova dei disturbi da ansia. Gli anziani sono più soggetti a problemi di salute derivanti da questi disturbi: in primo luogo, l’eccesso di ansia può causare mancanze cognitive (memoria e concentrazione) e, in secondo luogo, alcuni farmaci utilizzati per ridurre l’ansia possono causare effetti indesiderati. Quando l’ansia è cronica (dura, cioè, da mesi o da anni), diventa angosciante e compromette la quotidianità, richiede un trattamento che, di norma, varia di persona in persona. Un medico probabilmente potrà prescrivere farmaci; un terapista aiuterà a imparare gli strumenti per gestire e ridurre l’ansia.
Il tipo più comune di terapia per il trattamento dei disturbi da ansia si chiama terapia cognitivo-comportamentale. In questo trattamento, i clienti imparano a riorganizzare i loro pensieri sull’ansia (ad esempio, un pensiero durante un attacco di panico: aiuto, sto per morire), e a ridurla attraverso il rilassamento.
Uno degli aspetti più invalidanti dell’ansia è il comportamento eludente. Ad esempio, una persona che soffre di attacchi di panico può smettere di uscire per timore di un attacco in pubblico. Per il trattamento di comportamento simile, i terapeuti cognitivo-comportamentali usano una tecnica chiamata “esposizione”. Questa tecnica consiste letteralmente nell’affrontare le proprie paure.
A volte, l’ansia grave e di relativamente nuova insorgenza, è attribuibile a un farmaco che provoca ansia o l’arresto improvviso di un farmaco sedativo. Inoltre, alcune condizioni mediche come l’ipertiroidismo possono causare questi sintomi: qualsiasi adulto con una insorgenza grave dovrebbe controllare con il proprio medico la possibilità di una eventuale ragione medica o correlata ad un farmaco.
I farmaci più utilizzati più spesso per l’ansia – Xanax, Valium e Klonipin – sono sedativi e tranquillanti. Sono causa di deterioramento cognitivo e tempo di reazione alterata negli anziani. La ricerca ha dimostrato che i farmaci antidepressivi, in combinazione con la terapia cognitivo-comportamentale, mettono in grado di gestire in modo efficace l’ansia nei soggetti adulti più anziani. I ricercatori stanno esaminando anche un approccio chiamato “mindfulness” (letteralmente: “essere nel qui e ora”) una soluzione che si pratica attraverso la meditazione e lo yoga. Un altro approccio importante è la cura contro la depressione, dal momento che molti adulti anziani che soffrono di ansia hanno anche problemi di depressione.
Autore | Daniela Bortolotti
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Complimenti per l’articolo: semplice e chiaro!
La terapia cognitivo comportamentale (TCC) è più efficace se nei casi gravi di stati ansiosi si abbina una cura farmacologica.
La TCC inoltre è volta alla creazione di pensieri funzionali contrastando i PAN (Pensieri Automatici Negativi) con esercizi specifici.
Affidarsi a questa psicoterapia è un po’ come andare dall’oculista… il professionista ci fornisce di ‘strumenti'(coping) che regolano la nostra ‘vista’(sistema cognitivo).
grazie Salvio,
il tuo commento ci fa estremamente piacere.