Desiderio di controllo e smania di provare forti emozioni. Sono questi i sentimenti che portano molte persone a praticare sport estremi.
Lo dice uno studio pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology.
Per troppo tempo si è pensato che a spingere gli impavidi sportivi tra le braccia di sport pericolosi fosse solo il desiderio di provare una scarica di adrenalina: in realtà, spiegano gli autori dello studio, alla base di questa passione c’è anche un forte desiderio di controllo, una precisa volontà di dimostrare di essere leader e riuscire a gestire al meglio le situazioni più difficili e rischiose.
“Quando si scala una grande vetta”, ha detto Tim Woodman, direttore della Scuola di Sport & Salute Scienze Motorie a Bangor, ed uno degli autori dello studio, “lo si fa più che altro per una sfida personale”.
Ovviamente, precisano gli esperti, c’è da fare sempre un distinguo tra sport e sport: alcuni sport estremi come il paracadutismo sono spesso animati dal desiderio di provare forti emozioni mentre altri, come l’alpinismo servono per dare libero sfogo al desiderio di controllo.
Spesso chi pratica questi sport ha difficoltà a manifestare i propri sentimenti. Si tratta di persone che il più delle volte sentono la mancanza di controllo nella loro vita quotidiana e desiderano riappropriarsene in altri ambiti.
Tra gli sportivi più audaci, secondo lo studio, ci sono i paracadutisti che sono seguiti dagli alpinisti.
L’elemento più sorprendente emerso dalla ricerca è che le persone che si è impegnano nel praticare sport ad alto rischio sono anche quelle che credono che la vita debba essere vissuta intensamente e debba contenere una raffica di emozioni ed esperienze intense e profonde.
“Fondamentalmente le persone che si impegnano nelle attività sportive ad alto rischio come l’alpinismo, lo fanno perché nutrono una maggiore aspettativa di ciò che la vita può offrire o ciò che in realtà dovrebbe offrire”, ha detto Woodman.
Lo studio ha anche scoperto che la sensazione di controllo e le forti emozioni provate durante la pratica dell’attività sportiva vengono immediatamente meno quando queste persone ritornano alla propria vita e alla quotidianità.
Secondo il dottor Woodman, infatti, gli alpinisti vogliono spingersi fino al massimo delle loro potenzialità e capacità per dimostrare il loro valore, prima di tutto a se stessi e poi al resto del mondo.
“Noi tutti probabilmente abbiamo la tendenza a fare sport estremi ma di sicuro ognuno di noi, nella vita ha un Everest da scalare”, ha detto l’esperto, “e dovremmo impegnarci intensamente per far fronte a questa sfida”.
02 luglio 2013
Autore | Marirosa Barbieri
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